2 luglio 2023
da Baselice a S. Giovanni de’ Gualdo Mazzocca
Diretttori:
Pietro Vorrasi – 334.3306648
Giuseppe Vicario – 334.3631307
Cosimo Miraglia – 335.318244
Tipologia di percorso
Traversata
Difficoltà
E (escursionistica)
Dislivello
circa 450 m in salita, 150 m in discesa
Durata
3:30 ore (escluse le soste)
Lunghezza
—
Appuntamenti
ore 7.30
Appuntamento a Benevento in via Gabriele D’Annunzio (coordinate GPS WGS84: N 41° 7.694940, E 14° 47.619540) e partenza con auto proprie alla volta di Baselice (BN), Km 45 – circa 50 minuti.
ore 8.30
Raduno a Baselice nella piazza antistante palazzo Lembo (Coordinate GPS WGS84: N 41° 23.516100, E 14° 58.395600) per visita guidata al palazzo ed al centro storico. Al termine della visita inizierà l’escursione.
ore 13.30
Orario presunto di termine dell’escursione.
Itinerario
Baselice – Monte Barbato (945 m) – San Giovanni a Mazzocca
Equipaggiamento
Scarponi da trekking, abbigliamento a strati adatto alla stagione, cappello, giacca a vento o mantellina antipioggia, bastoncini da trekking per chi è abituato, colazione a sacco, acqua.
Partecipazione e costi
L’escursione è aperta ai soci CAI ed ai simpatizzanti, previo pagamento dell’assicurazione giornaliera obbligatoria (costo 7,50€).
Per partecipare è obbligatorio prenotarsi entro venerdì 2 giugno, contattando uno dei direttori di escursione.
La partecipazione all’escursione implica la conoscenza integrale e l’accettazione incondizionata del programma dell’attività, come presentato nella scheda di escursione, e delle norme del “Regolamento di partecipazione alle attività Sociali” del C.A.I. di Benevento, disponibile all’indirizzo https://bit.ly/3wq5Ilo.
Avvertenze
a) I Direttori di escursione si riservano di modificare in tutto o in parte l’itinerario in considerazione delle condizioni meteorologiche.
b) I Direttori per la loro responsabilità si riservano di escludere dalla propria escursione i partecipanti non adeguatamente attrezzati e allenati.
Per info e adesioni contattare
Pietro Vorrasi – 334.3306648
Giuseppe Vicario – 334.3631307
Descrizione del percorso
Dopo una visita al ricco centro storico di Baselice ed in particolare al palazzo Lembo, il cammino ha inizio dal belvedere sovrastante il paese nei pressi dell’Agriturismo Regio Tratturo. Qui ci si avvia per un sentiero, che sale ai margini di una pineta, con fondo dapprima pietroso e poi erboso, percorrendolo per meno di un chilometro. Incrociata una vecchia e dissestata stradina asfaltata, la seguiamo lungo un percorso di cresta appena un po’ in salita, dalla quale è possibile ammirare l’intera valle del fiume Fortore con i paesi del beneventano e del foggiano che si affacciano su di essa e l’orizzonte che abbraccia, da un lato i monti della Daunia e da quello opposto le cime del Matese. Si volge poi a sinistra imboccando un sentiero erboso che, in graduale salita, ci porta alla cima di monte Barbato (945 m), sovrastante le colline e le valli di questo territorio, che in questa area ha perso parte del suo originario aspetto naturale e selvaggio per la presenza di imponenti pale eoliche. Proseguiamo, in direzione ovest, scendendo gradualmente, per circa un chilometro, dapprima su brecciato e poi su un tratturello erbato, fino ad incrociare ed attraversare la strada provinciale proveniente da Baselice. Qui, si imbocca una stradina asfaltata che percorriamo in discesa per circa mezzo chilometro, lasciandola poi per proseguire a sinistra, in graduale salita, su un sentiero, gran parte erboso, in un gradevole paesaggio rurale con aree coltivate ed aree boschive, fino a raggiungere la strada provinciale nei pressi dell’agriturismo Quadrifoglio. Attraversata la provinciale, accanto ad un ruscello ed un deposito di raccolta dell’acqua, ci incamminiamo per una via con fondo inizialmente pietroso e poi erboso, da percorrere, in salita, con attenzione a rigagnoli e tratti impregnati in conseguenza delle continue piogge di questo periodo. Dopo meno di un chilometro, ci si immette su una stradina asfaltata, proprio a monte della località di San Giovanni Mazzocca, dove infine giungiamo con un percorso in discesa di qualche centinaio di metri.
BASELICE
Baselice si trova nell’Alto Sannio pentrico, tra il Molise, la Campania e la Puglia, in un’area denominata Fortore, che significa forte montuosità, e che in passato era ricoperta da uno dei più grandi boschi dell’Italia Meridionale. È un luogo magico perché millenaria è la sua storia. La leggenda, ma non troppo, vuole che conosca i suoi natali dalla distrutta popolazione di Murganzia. Lo attesterebbe il contenuto di un’epigrafe su una lapide ritrovata in loco. Insigni studiosi, tra cui il Mommsen, se ne occuparono; stando al contenuto dell’epigrafe, dopo la distruzione dell’antica Murgantia, forte città sannitica le cui origini risalirebbero al 296 a. C., l’imperatore romano Lucio Settimo Severo, intorno all’anno 200 d. C., avrebbe fatto erigere sul posto una Basilica. Il nome dell’edificio sarebbe passato poi ad indicare l’abitato stesso, costituito dalla popolazione sconfitta e sopravvissuta. È certo che la colonizzazione greco romana prima, poi le dominazioni bizantina (533-570) e longobarda (570-1077), l’hanno consegnata in epoca più recente alla signoria dei Carafa (1483-1613), quindi dei signori di Firenze: i Ridolfi (1613-1636) e Rinuccini (1637-1806).
Uno dei monumenti storico culturali di maggior interesse presenti nel Comune di Baselice è senza dubbio l’imponente Palazzo Lembo di Baselice, nato sui ruderi di un castello con le sue torri che servivano per la difesa dai Saraceni. Il Palazzo Lembo è stato oggetto di continui restauri, l’ultimo ha ridato alla luce gli affreschi, in stile con quelli della regia di Caserta, nelle diverse sale del primo piano, il rifacimento del giardino pensile con la neviera, le sue caratteristiche arcate e l’altra torre cilindra del borgo, e le grotte ipogee, dove si può accedere tramite un sentiero per ammirare panorami magnifici. Dal 2011 è riconosciuto come “Meraviglia d’Italia”. All’interno del Palazzo Lembo è possibile visitare il Museo Civico Paleontologico del Fortore che comprende anche la raccolta di minerali e rocce, donate dalla famiglia Carusi e da altri cittadini locali. L’abitato di un tempo, medievale, è chiuso tra le sue porte, “Porta da Capo” in stile gotico, “Porta da Piedi” in stile romanico e la “Porta della Torre del Capitano” cilindrica ed anche essa in stile romanico. Le contrade di Baselice sono immerse nel verde, suggestive e ricche di rimandi alla storia ed al mito. Importanti sono le “grotte di Ripa di Troia”, scavate nel tufo, e che molto probabilmente servirono da osservatorio al “guerriero sannita”, la cui tomba fu ritrovata nei pressi nel 1971; dovette aver partecipato anche alla battaglia delle “forche caudine” ( 321 a.c.) stando alle monete ritrovate nella sua tomba. Grotte che in tempi ancora recenti della predetta scoperta sono state il luogo di rinvenimento del cadavere di una donna, chiamata al tempo Coletta, e da tutti additata come strega. Baselice non fu immune dal fenomeno della stregoneria. Così luoghi suggestivi e naturali che rimandano al passato: percorsi naturali che collegavano antiche vie di commercio come il ritrovamento del “didramma di Cora” e le monete del secolo 155-120 avanti Cristo, dette da uno studioso locale “monete del tratturo” e che confermano l’esistenza già allora di vie commerciali. Interessanti sono anche le antiche fontane del paese “Fontana di frode” in prossimità della quale furono rinvenute “olle cinerarie”, ovvero “Fontana dell’Ancino” ove fu ritrovata un’altra tomba con 17 monete di bronzo, un tesoro rispetto alle monete del guerriero sannita di “Ripa di Troia”. Baselice è insomma il posto ideale per rivivere storie ed emozioni intense, con luoghi suggestivi e che rimandano facilmente al passato.
SAN GIOVANNI DE’ GUALDO MAZZOCCA
Il 24 giugno la comunità fioianese, con una grande festa, si stringe intorno a San Giovanni Eremita (Tufara 1084 – Foiano di Val Fortore 1170), protettore del paese.
Le celebrazioni in suo onore si svolgono nella chiesetta sorta sulle antiche rovine dell’antico monastero di Santa Maria de Gualdo Mazzocca, a sua volta eretto sulle rovine di un tempio pagano dedicato a Polluce.
La costruzione di tale monastero fu autorizzata nel 1156 da Papa Adriano IV, tuttavia, nel 1456 vi fu un violento terremoto e nel 1630 un incendio ne determinò la completa distruzione. Sui resti dell’insigne monastero, fu edificata una cappella consacrata dall’Arcivescovo Orsini di Benevento nel 1716.
Il Santo Foianese fu fondatore e primo priore del monastero di Santa Maria de Gualdo Mazzocca (il nome si riferisce alla devozione per la Madonna, alla località ai margini del bosco ove esso sorgeva, e al feudatario cui appartenevano i beni confinanti col monastero al quale poi saranno donati), da dove si diramarono i principi attivi del monachesimo in favore degli emarginati e degli oppressi dalla società feudale. Egli fu un penitente eremita votato alla preghiera e alla meditazione, ma anche una mente creativa e un operatore incessante di carità: offrì, insieme al sostegno spirituale, anche quello materiale attraverso una concreta azione di civilizzazione e di valorizzazione della persona umana. L’obiettivo del monastero e dell’opera di San Giovanni Eremita, insieme all’apostolato religioso e alla elevazione a Dio, furono proprio il riscatto della persona umana e la concretizzazione dei diritti riconosciuti negli Statuti concessi alle comunità comprese nella propria giurisdizione.
In località Mazzocca di Fioiano di Val Fortore, sorge un monumento con scultura che ricorda la figura di questo importante Santo, a giusta ragione considerato quale “capostipite della civiltà del Fortore”