12 maggio 2024

Parco Nazionale del Gargano
Gli eremi di Pulsano

Direttori
ASE e ONC Gianna Volpe – 339.31945457
ASE Maria Castellino – 393.1329359
Tipologia di percorso
AR
Difficoltà
EE (Escursionisti Esperti)
Dislivello
circa 400 m
Durata
circa 6 ore (incluse le soste)
Lunghezza
circa 7 km

Scheda tecnica (PDF)

Appuntamenti

ore 07.15

Appuntamento a Benevento in via Gabriele D’Annunzio (coordinate GPS: N 41.128128, E 14.793585) e partenza entro le 7,30 con auto proprie per Manfredonia (FG) – 160 Km –  circa 2 ore.

ore 09.30

Raduno partecipanti nel punto di inizio dell’escursione (uscita Manfredonia Nord dove si prosegue fino all’attacco del Vallone di Pulsano)  –  coordinate GPS: N 41.657962 E 15.9128549.

ore 16.00

Orario presunto di termine dell’escursione.

Itinerario

Equipaggiamento

Scarponcini da trekking obbligatori, abbigliamento a strati da montagna, bastoncini (consigliati), acqua, colazione a sacco, crema solare, cappello, giacca a vento o mantellina antipioggia.

Partecipazione

L’escursione è aperta ai soli soci CAI.
Il percorso prevede  alcuni passaggi impegnativi dove è richiesto passo sicuro ed assenza di vertigini. Si richiede buona preparazione fisica, resistenza e senso di responsabilità a ciascuno dei partecipanti.
Per partecipare è obbligatorio prenotarsi entro venerdì 10 maggio contattando uno dei direttori d’escursione.

La partecipazione all’escursione implica la conoscenza integrale e l’accettazione incondizionata del programma dell’attività, come presentato nella scheda di escursione, e delle norme del “Regolamento di partecipazione alle attività Sociali”  del C.A.I. di Benevento, disponibile all’indirizzo https://bit.ly/3wq5Ilo. 

Avvertenze

a) I Direttori di escursione si riservano di modificare in tutto o in parte l’itinerario in caso di necessità.

b) I Direttori per la loro responsabilità si riservano di escludere dalla propria escursione i partecipanti non adeguatamente attrezzati e allenati.

Per info e adesioni contattare

Gianna Volpe – 339.3194545
Maria Castellino – 393.1329359             

Descrizione dell’itinerario

La valle che attraverseremo è caratterizzata da straordinarie pareti calcaree a strapiombo, ricche di fenomeni carsici di rilevante valore paesaggistico, ambientale e naturalistico. Si tratta di una serie di gole rocciose, chiamate “valloni” dalle comunità locali, formatesi in coincidenza di fratture di origine tettonica, che si sono poi modellate in seguito all’azione erosiva del mare e delle acque che hanno interessato il Gargano in epoche preistoriche. Il sentiero che percorreremo, stretto ed impervio, s’inerpica da Manfredonia fino all’Abbazia di Santa Maria di Pulsano, all’altezza di Monte Sant’Angelo, superando un dislivello di circa 400 metri, passando tra pietre e gradoni scavati direttamente nella roccia dagli antichi eremiti. Alla luce di quanto precede, sono necessarie:
(a) una buona preparazione fisica;
(b) una discreta agilità da quadrumane
(c) assenza di vertigini per alcuni passaggi esposti.

Si parte dal fondo del Vallone di Pulsano, per risalirlo fino al punto di confluenza dei tre rami di cui è composto. Dall’inizio del vallone seguiremo la carrareccia che costeggia il torrente. Superato l’ultimo sbarramento alla confluenza col Vallone Mattina proseguiremo nel letto del torrente del Vallone di Pulsano, dove il percorso è molto sconnesso per la presenza di numerosi massi affioranti. 

Piegando a destra risaliremo la Valle Campanile, raggiungendo in breve tempo il primo eremo lungo il percorso, quello di San Giovanni da Matera. Sul lato opposto della valle, in posizione quasi inaccessibile, potremo ammirare l’Eremo delle Rondinelle (m 340 slm).

Il sentiero proseguirà con facili arrampicate su roccia (1° e 2° grado) e qualche breve tratto esposto fino a raggiungere la grande Abbazia di Santa Maria di Pulsano.

Dopo la visita all’abbazia e la pausa pranzo, riprenderemo lo stesso percorso fino al punto di partenza dell’escursione.

CENNI STORICI

L’abbazia di Santa Maria di Pulsano

Costruita nel VI secolo sul colle di Pulsano per volere del papa-monaco San Gregorio Magno, inserita in uno scenario di rocce grigie su strapiombi di oltre 200 metri, l’Abbazia è stata nei secoli luogo di monaci, anacoreti e cenobiti che si sono dedicati alla contemplazione e all’ascesi. Distrutta dai Saraceni, nel 1129 risorse dal grave stato di abbandono per diventare uno dei più importanti centri di diffusione della cultura monastica benedettina nell’Italia meridionale grazie a San Giovanni da Matera, che avendo ritrovato paesaggi simili a quelli della terra natia vi fondò la Congregazione dei poveri “Eremiti Pulsanesi”, detti “Scalzi”. Dopo pochi mesi la nuova comunità contava 50 monaci (ora ne conta due e tanti fedeli volontari). Nel 1177 fu ultimata la costruzione abbaziale dedicata alla Santa Madre di Dio, il cui altare – sotto il quale furono poste le spoglie di San Giovanni da Matera morto nel 1139 – fu consacrato dal Papa Alessandro III in pellegrinaggio sul Gargano. A partire dal XIII secolo l’Abbazia cominciò il suo declino. Dopo il passaggio di diversi ordini monastici, nel 1969 fu definitivamente abbandonata. Ciò ha portato a un progressivo degrado e a un processo di grave depauperamento artistico a causa di furti ed atti vandalici. Nel 1997 la chiesa abbaziale è stata riaperta al culto pubblico con celebrazione della messa birituale (rito latino e rito bizantino), e vi è stata fondata la comunità monastica di Pulsano, che con costanza e passione si prende cura degli eremi e ne garantisce – laddove possibile, data l’ubicazione non sempre di facile accesso – la fruizione.

Gli eremi di Pulsano

Gli eremi di Pulsano (ne sono stati censiti 24) si articolano intorno all’Abbazia di Santa Maria, incastonati su un anfratto roccioso sul versante meridionale del Gargano ad un’altezza di 400 metri. Sono ambienti di dimensioni mediamente esigue scavati all’interno delle rocce che caratterizzano le tre valli Monteleone-Mattino, dei Romiti e Campanile. Sono grotte difficilmente raggiungibili, essendo collegate tra loro e all’Abbazia da sentieri piuttosto impervi. Spesso gli eremiti non potevano accedere alla loro cella se non per mezzo di scale scavate nella roccia o corde legate a una carrucola. Molti sono ricavati all’interno di grotte naturali, altri sono costruiti in muratura. Ogni eremo è contraddistinto da una particolare caratteristica, per la posizione scenografica o per la decorazione artistica. Alcuni sono affrescati. Tra loro sono collegati da un’impervia rete di sentieri e scalinate, nonché da una vera e propria “rete idrica” di canali scavati nella roccia per convogliare le acque in cisterne, terrazzamenti e nelle singole celle. Gli eremiti che abitavano queste celle erano senz’altro in comunicazione tra di loro, dal momento che alcuni eremitaggi erano dedicati alla vita comunitaria – di culto e di abitazione – e al lavoro collettivo. L’eremo adibito a mulino, situato nella Valle Campanile, ramo collaterale del Vallone Pulsano, è tra i più interessanti. Si tratta di una complessa costruzione in muratura, su uno strapiombo ripidissimo, vero e proprio cenobio organizzato per i momenti di vita comunitaria. Nell’Eremo Mulino i monaci erano organizzati per vivere autonomamente con la coltivazione e la produzione alimentare. Vi si macinava il grano e vi si panificava una volta alla settimana per le esigenze dell’abbazia e degli eremitaggi circostanti. Gli eremi, essendo poco visibili, sono il cuore più intimo di Pulsano. Il silenzio e il mistero che li avvolgono fanno da contrappunto alla ricchezza di vicende storiche della vicina abbazia. Il monastero con i ricchi fregi e gli eremi con la roccia manifestano nel modo più concreto la complementarietà che deve sempre esserci tra vita attiva e vita contemplativa secondo la più autentica tradizione monastica.

12 maggio – Eremi di Pulsano