29 settembre 2024

Isole Tremiti
Giro dell’isola di San Domino

Direttori
Antonio Giardiello – 366.1774043

Piera Altieri – 335.8204636
Tipologia di percorso
Anello
Difficoltà
T (Turistica)
Dislivello
circa 250 m
Durata
circa 5 ore (escluse le soste)
Lunghezza
circa 12 km

Scheda tecnica (PDF)

Appuntamenti

ore 06.00

appuntamento in via Gabriele D’Annunzio (coordinate GPS: N 41.128128, E 14.793585) e partenza con con autobus GT per Termoli (CB), Km 135 – circa 120 minuti.

ore 08.00

Raduno dei partecipanti al porto di Termoli (coordinate GPS: N 42°005856 E 15°004084), operazioni d’imbarco e partenza per le Tremiti alle ore 8.40.

ore 09.35

Sbarco sull’isola di San Domino. Partenza dell’escursione entro le ore 10.

ore 16.15

Orario presunto di ritorno al porto. Operazioni di imbarco e partenza per Termoli alle ore 16.55.

ore 18.00

Sbarco a Termoli e rientro in autobus a Benevento. Orario presunto di arrivo a Benevento intorno alle ore 20.

Itinerario

Equipaggiamento

Scarponcini da trekking (no scarpe da ginnastica), abbigliamento a strati adatto alla stagione, cappello, crema solare, bastoncini da trekking, colazione a sacco e acqua (non ci sono punti acqua lungo il percorso).

Partecipazione

L’escursione è aperta ai soli soci CAI fino ad un massimo di 50 partecipanti. È data precedenza ai soci iscritti alla sezione di Benevento; le prenotazioni da parte di iscritti ad altre sezioni CAI saranno accettate con riserva e perfezionate in base all’ordine di prenotazione ed ai posti disponibili. L’escursione sarà svolta solo se si raggiunge il numero di almeno 30 partecipanti.

La quota di partecipazione è di 50 euro a persona, comprensiva del costo dell’autobus (potrebbe subire variazioni in funzione del numero di partecipanti) e del traghetto Termoli-San Domino.

Le prenotazioni, con versamento dell’intera quota di partecipazione, devono pervenire entro e non oltre martedì 24 settembre. Il pagamento può essere effettuato in contanti presso la sede della sezione oppure tramite bonifico bancario sull’IBAN IT70L0855315000019000360675 intestato a: Club Alpino Italiano – Sezione di Benevento. Per prenotarsi è necessario contattare esclusivamente uno dei direttori dell’escursione.

La partecipazione all’escursione implica la conoscenza integrale e l’accettazione incondizionata del programma dell’attività, come presentato nella scheda di escursione, e delle norme del “Regolamento di partecipazione alle attività Sociali”  del C.A.I. di Benevento, disponibile all’indirizzo https://bit.ly/3wq5Ilo. 

Avvertenze

a) I Direttori di escursione si riservano di modificare in tutto o in parte l’itinerario in caso di necessità.

b) I Direttori per la loro responsabilità si riservano di escludere dalla propria escursione i partecipanti non adeguatamente attrezzati e allenati.

Per info e adesioni contattare

Piera Altieri – 335.8204636
Antonio Giardiello – 366.1774043

Descrizione dell’itinerario

Il nostro itinerario parte dal porto di San Domino. Si imbocca la strada verso l’albergo Tramontana per poi percorrere il sentiero per Cala Matano (indicato con il n. 16 nella segnaletica della forestale) che passa sotto la villa che appartenne a Lucio Dalla. Si prosegue a destra verso punta del Pigno (indicata con il numero 15 nella suddetta segnaletica) e da qui si imbocca il sentiero n.1 “Perimetrale”. Lungo il percorso potremo fermarci in vari punti panoramici per ammirare il paesaggio che ci circonda. Inoltre, al n.9 (cala delle Viole), al faro (n.69) e alla grotta del bue Marino (n.5). cala delle viole - Immagine di Hotel San Domino - Tripadvisor

Successivamente, con una breve salita, si raggiunge il cosiddetto Colle dell’Eremita da dove si gode di una favolosa panoramica sull’isola.

Dopo un’opportuna sosta per consumare il nostro pasto, si riprende il cammino lungo una strada pavimentata con betonelle che riporta verso il centro abitato, ma al tabellone si svolta a sinistra verso la Cala delle Rondinelle (n.21) e poi verso la cala dei Benedettini e la successiva Cala degli Inglesi.

Se le condizioni atmosferiche lo consentiranno qui potremo godere di un bagno ristoratore. Poi raggiungeremo di nuovo il porto per imbarcarci e rientrare a Termoli.

STORIA E LEGGENDE

Secondo il gesuita Guglielmo Gumppenbergh, le Isole Tremiti derivano il loro nome dal “terremoto” (Tremetus o Trimerus) da cui avrebbero avuto origine e che le svelse dal continente garganico.

Lo storico Cocorella afferma, invece, che l’arcipelago delle Tremiti anticamente era composto di una sola isola ed un solo monte, mentre successivamente si ebbero tre isole e quindi “Tre Monti”. Dunque, intorno alla metà del secolo XVI, si cominciò a sostituire al nome originario di “Diomedee” quello di Tremiti, appunto per l’aspetto dei tre monti.

Le origini

Nell’epoca terziaria la parte settentrionale della Puglia era sommersa dal mar Adriatico. Ad emergere era soltanto il Promontorio Garganico che formava un tutt’uno con le Isole Tremiti e Pianosa. In seguito, forse a causa di un cataclisma o per l’azione erosiva del mare, le isole si distaccarono dal resto del Gargano, conservandone, però, le stesse caratteristiche: le cale, le caverne e persino la flora.

In principio, probabilmente, le Tremiti costituivano un’unica isola, mentre successivi cataclismi la suddivisero nell’attuale arcipelago. A sostenere quest’ipotesi vi sono le testimonianze di diversi scrittori dell’antichità. Lo storico Scimmo di Chio, ad esempio, scrisse di una sola “Isola Diomedea” (antica denominazione delle Tremiti) quando narrò che l’origine del nome era dovuta al fatto che qui v’era stato sepolto Diomede. Due secoli dopo, invece, Strabone riferì che delle “due” isole diomedee, una era abitata, mentre l’altra era deserta. In seguito, il sommo poeta Virgilio accennò a “tre” isole, mentre successivamente Tolomeo parlò addirittura di “cinque” isole, aggiungendo forse alle tre grandi, lo scoglio del Cretaccio e quello della Vecchia.

La leggenda diomedea

Diomede nacque nell’antica città greca di “Argos Hippium” da Tideo, re dell’Etolia, e da Deifile, figlia di Adrasto, re di Argo. Dopo la morte del re Adrasto, Diomede ebbe la signoria di Argo e diventò re dell’Etolia. Uomo alto e robusto, egli fu reputato dai greci il più forte ed il più valoroso in battaglia. Partecipò alla guerra di Troia, che vinse con arte ed astuzia mirabili. Dopo l’eccidio compiuto nella città, da lui rasa al suolo, tornò in patria, adoperando come zavorra della sua nave le pietre delle mura troiane. Al suo ritorno, però, scoprì l’adulterio della moglie Egialea e fuggì con la sua flotta in Occidente.

Durante una tempesta nel mar Adriatico le sue navi si ritrovarono casualmente presso le isole Tremiti alle quali, una volta sbarcato, Diomede diede il proprio nome.

A questo mitico eroe, definito da Virgilio “Victor Gargani” è attribuita la fondazione di molte città della Daunia e del Promontorio, come Arpi, Lucera, Canosa e Venosa.

Tante sono le leggende sulla sua morte, ma la più accreditata lo vede morto in un duello con il fratello per una questione amorosa e, conseguentemente, sepolto nelle isole Tremiti, nel luogo in cui oggi sorge l’Abbazia.

Gli uccelli diomedei

Subito dopo la morte di Diomede, gli Illirici occuparono le Isole Tremiti e ne cacciarono gli abitanti. Le anime di questi, allora, furono tramutate da Venere in uccelli per fare la guardia al sepolcro del loro re.

Diversi scrittori dell’antichità narrano dell’esistenza di uccelli marini che abbondano nelle Tremiti e che di notte cantano emettendo suoni simili ad un lamento. Queste creature, definite da Plinio “Aves Diomedeae” (trad.: uccelli di Diomede) secondo la leggenda piangerebbero il loro estinto re Diomede.

Il sepolcro ed il tesoro di Diomede

Nel secolo XVI padre Basilio da Cremona, mentre scavava il terreno nel prolungamento dell’isola di San Nicola per impiantare un vigneto, trovò dei resti umani, con accanto lucerne e monete d’oro e d’argento. Si pensò subito che si trattasse di Diomede, giacché il ritrovamento avvenne nei pressi di un luogo in cui, tempo prima, si diceva fosse stato scoperto il tesoro del leggendario eroe.

Molti scrittori narrano che i greci seppellirono Diomede proprio nelle Isole Tremiti, ma finora nessun ritrovamento si è rivelato essere con certezza il suo corpo, forse perché il sepolcro fu impiantato su di un picco a piombo sul mare che in seguito sprofondò disperdendosi tra i flutti.

Spesso si è pensato che si tratti solo di una leggenda, e che sia inutile affannarsi a cercare questo sepolcro, ma se tanti studiosi ne hanno parlato, molto probabilmente qualcosa di vero c’è.

29 settembre – Giro dell’isola di San Domino
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