1 dicembre 2024
Monti del Partenio
Santuario di Montevergine (1280 m) da Ospedaletto d’Alpinolo
Direttori
AE e ONC Vilma Tarantino – 333.2530525
ONC Michelina De Cicco – 339.4238446
Tipologia di percorso
AR
Difficoltà
E (Escursionistica)
Dislivello
circa 570 m
Durata
3:30 ore (escluse le soste)
Lunghezza
—
Appuntamenti
ore 08.30
appuntamento a Benevento in via Gabriele D’Annunzio (coordinate GPS: N 41.128128, E 14.793585) e partenza con auto proprie alla volta di Ospedaletto d’Alpinolo (AV), Km 30 – circa 40 minuti.
ore 09.15
Raduno partecipanti in Piazza del Demanio ad Ospedaletto d’Alpinolo (Coordinate GPS: N 40.939258 E 14.742341 – posizione GoogleMaps) con inizio escursione entro le ore 9.30.
ore 14.00
Orario presunto di fine escursione.
Itinerario
Ospedaletto d’Alpinolo (751 m) – sentiero CAI 202 – Santuario di Montevergine (1280 m).
Equipaggiamento
Si consiglia abbigliamento tipico da escursionismo adatto ad un clima rigido: t-shirt tecnica, pile, giacca a vento impermeabile, cappello e guanti, scarpe da trekking con protezione della caviglia, colazione a sacco, acqua per l’intera giornata (non ci sono punti acqua lungo il percorso).
Partecipazione
L’escursione è aperta sia ai soci CAI che ai simpatizzanti muniti dell’idonea attrezzatura, previa sottoscrizione dell’assicurazione giornaliera obbligatoria (costo 8,40 euro).
Per partecipare è obbligatorio prenotarsi entro venerdì 29 novembre, contattando uno dei direttori d’escursione.
La partecipazione all’escursione implica la conoscenza integrale e l’accettazione incondizionata del programma dell’attività, come presentato nella scheda di escursione, e delle norme del “Regolamento di partecipazione alle attività Sociali” del C.A.I. di Benevento, disponibile all’indirizzo https://bit.ly/3wq5Ilo.
Avvertenze
a) I Direttori di escursione si riservano di modificare in tutto o in parte l’itinerario in caso di necessità.
b) I Direttori per la loro responsabilità si riservano di escludere dall’escursione i partecipanti non adeguatamente attrezzati e allenati.
Per info e adesioni contattare
Vilma Tarantino – 333.2530525,
Michelina De Cicco – 339.4238446
Descrizione dell’itinerario
Il percorso si compie sull’antica rotta di migliaia di pellegrini che nei secoli si sono recati a Montevergine, santuario fondato da San Guglielmo da Vercelli nel 1126. Guglielmo, prima di ritirarsi a vita eremitica a Montevergine, fu pellegrino a Santiago di Compostela, a Roma ed al Gargano, presso il Santuario di San Michele Arcangelo. Si fermò in Irpinia mentre cercava di raggiungere la Terra Santa e qui fondò molti monasteri, tra cui anche l’abbazia del Goleto a Sant’Angelo dei Lombardi. Per l’ottavo Centenario della sua morte, 1942, il pontefice Pio XII proclamò S. Guglielmo Patrono Principale dell’Irpinia.
Lungo il sentiero CAI 202, ripreso e sistemato nell’anno 2000 in occasione del Giubileo, si sale ripidamente spezzando i tornanti della rotabile e ammirando l’ampia conca dove sorge la città di Avellino. Si cammina immersi in un fitto bosco con le cime del Terminio e del monte Tuoro alle spalle. È il tracciato storico della ”Juta a Montevergine”, anticamente segnato da quattro cappelle che fungevano da rifugio per i pellegrini. A quota 1000m si arriva al sacro tiglio, punto di congiunzione con il sentiero proveniente da Mercogliano. Il tratto finale, denominato il miglio sacro, ospitava le stazioni della via crucis impreziosita dalle pregiate maioliche di Vincenzo Volpe, attualmente custodite in Basilica e sostituite con pezzi meno rilevanti. L’attrazione principale del Santuario è rappresentata da una tavola di circa 5 metri che raffigura l’immagine della Madonna in trono con il Bambino. L’opera, eseguita tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo, presenta una particolarità: la testa di Maria è leggermente sporgente dal resto della tavola e inclinata verso chi osserva dal basso. La tradizione vuole che tale icona fu dipinta, fino al petto, direttamente dalla mano di San Luca a Gerusalemme. Salvata dalla furia iconoclasta da Balduino II, fu poi donata dai D’Angiò ai monaci Benedettini. Negli ultimi cinquanta anni, più realisticamente, si tendeva ad ammettere che il dipinto fosse stato opera di Montano D’Arezzo (1310); ma nel 1989 Margherita Guarducci, epigrafista archeologa e illustre storica dell’arte – sua la scoperta delle ossa di San Pietro in Vaticano – riprende la tradizione e sostiene che non è affatto frutto di fantasia, ma di autentica realtà storica. Il quadro della Madonna di Montevergine potrebbe quindi essere la prima immagine del volto della Madonna, la famosa Odigitria. In realtà i monaci Benedettini non hanno mai consentito degli studi approfonditi e quindi intorno a quest’opera persiste ancora il mistero. Resta però la grande devozione che da nove secoli continua per “Mamma Schiavona”. La dolcezza enigmatica e severa del volto della Madonna di Montevergine ha generato nei secoli un culto popolare saldissimo ed ha affascinato uomini come Pier Paolo Pasolini – che in un suo soggiorno irpino volle visitare il Santuario – e, nel 1974, un semplice prete venuto dalla Polonia, Karol Wojtyla.
GEOMORFOLOGIA DEL PARTENIO
I Monti del Partenio fanno parte del versante Campano dell’Appennino Meridionale. L’area del Parco del Partenio si trova nell’unità idrogeologica dei Monti D’Avella – Montevergine – Pizzo di Alvano.
Il bacino maggiore è quello del Fiume Calore. La maggior parte dei piccoli corsi d’acqua, originati da sorgenti montane, presenta percorsi sotterranei, data la natura calcarea del terreno.
La struttura fondamentale del territorio è la roccia calcarea mentre la composizione del suolo rimane formata da materiale piroclastico. Il Partenio è diversamente interessato anche da fenomeni carsici e fossiliferi. Dove il suolo è formato da roccia calcarea, l’erosione delle acque, nei secoli, ha prodotto strutture suggestive come le tante grotte presenti in diverse località.
FLORA
Tutto il complesso montuoso del Partenio è ricoperto da boschi e vegetazione, senza soluzione di continuità, sino alla sommità delle vette appenniniche. I monti sono in genere ricoperti da vasti faggeti, sia cedui che ad alto fusto, molti dei quali ancora ben conservati. Sulle rupi esposte al sole sono presenti piccole foreste di leccio e roverella mescolate ad arbusti di corbezzolo e piante officinali.
I monaci benedettini di Montevergine da secoli preparano un pregiatissimo liquore macerando in alcool piante medicamentose endemiche tra le quali la rara Anthemis che dà il nome al liquore.
I versanti che sovrastano i centri abitati, sino agli 800 metri, sono ricoperti da estesi castagneti da frutto: gli alberi secolari regalano saporiti marroni che vengono trasformati dagli artigiani del Partenio nelle famose “castagne del prete”. Le aree a quota meno elevata ed esposte a sud sono ricoperte da noccioleti.
FAUNA
La massiccia antropizzazione dei Monti del Partenio ha determinato la scomparsa di mammiferi e uccelli di grossa taglia. Attualmente sul Partenio vivono una trentina di specie di mammiferi, per lo più di piccola taglia. Il Lupo è ancora presente con alcuni esemplari che in inverno attraversano il massiccio. La Volpe è facilmente osservabile, soprattutto di notte; anche la Donnola, la Faina e il Tasso sono abbastanza comuni. Nel Parco del Partenio vivono circa 110 specie di Uccelli, di cui circa 70 nidificanti.