2 luglio 2023

Monti Picentini
Monte Terminio (1806 m) da Campolaspierto

intersezionale con la sezione CAI di Melfi

Direttori:
AE e ONC Vilma Tarantino – 333.2530525
ONC Michelina De Cicco – 339.4238446
Tipologia di percorso
A/R
Difficoltà
E (escursionistica)
Dislivello
circa 500 m
Durata
5:00 ore (escluse le soste)
Lunghezza
circa 7,5 km


Scheda tecnica (PDF)

Appuntamenti

ore 08.00

Appuntamento a Benevento in via Gabriele D’Annunzio (coordinate GPS: N 41° 7’ 42,4488, E 14° 47’ 37.5288) e partenza con auto proprie alla volta di località Campolaspierto, Volturara Irpina (AV) – Km 65 circa, 70 minuti.

ore 09.30

Raduno di tutti i partecipanti a Campolaspierto nei pressi del maneggio “Il piccolo Ranch” (coordinate GPS WGS84: N 40° 49.427400, E 14° 56.320740) ed inizio escursione entro le ore 9.45.

ore 16.00

Orario presunto di termine dell’escursione.

Itinerario

Campolaspierto (1350 m) – Acqua del Cerchio (1550 m) – Valico Collelungo (1640 m) – Vetta monte Terminio (1806 m) – anticima monte Terminio (1780 m).

Equipaggiamento

Equipaggiamento minimo indispensabile: Abbigliamento da trekking adeguato alla stagione e alle previsioni meteorologiche previste, scarponi, zaino e bastoncini da trekking.

Cosa portare nello zaino Giacca antivento, giacca antipioggia, micropile, cappello e occhiali da sole, guanti e cappello in pile, snack o frutta secca, contenitore con almeno 1,5 litri di acqua (lungo il percorso non ci cono punti acqua). Pranzo al sacco da provvedere autonomamente.

Partecipazione e costi

L’escursione è aperta sia ai soci CAI che ai simpatizzanti muniti dell’idonea attrezzatura, previa sottoscrizione dell’assicurazione giornaliera obbligatoria (costo 7,50 euro).

Per partecipare è obbligatorio prenotarsi entro venerdì 30 giugno, contattando uno dei direttori di escursione.

La partecipazione all’escursione implica la conoscenza integrale e l’accettazione incondizionata del programma dell’attività, come presentato nella scheda di escursione, e delle norme del “Regolamento di partecipazione alle attività Sociali”  del C.A.I. di Benevento, disponibile all’indirizzo https://bit.ly/3wq5Ilo. 

Avvertenze

a) I Direttori di escursione si riservano di modificare in tutto o in parte l’itinerario in considerazione delle condizioni meteorologiche.

b) I Direttori per la loro responsabilità si riservano di escludere dalla propria escursione i partecipanti non adeguatamente attrezzati e allenati.

Per info e adesioni contattare

Vilma Tarantino – 333.2530525
Michelina De Cicco – 339.4238446

Descrizione dell’itinerario

Il monte Terminio è un grande massiccio calcareo che si trova in territorio irpino. Con i suoi 1806 metri è  la seconda vetta più alta dei Monti Picentini dopo il monte Cervialto(1809 m). Riserva naturale e bacino di acqua per migliaia di abitanti della regione Campani e non solo, fa parte del Parco regionale dei Monti Picentini. L’orogenesi del Monte Terminio è dal collegarsi a tutti i processi tettonici che hanno portato alla formazione dell’intero appennino meridionale.

Il nostro itinerario parte dal pianoro di Campolaspierto, nei pressi del maneggio “il piccolo ranch” e risale per le verdeggianti e fresche faggete che caratterizzano i Monti Picentini fino al Colle Lungo; da qui inizia la vera e propria salita in vetta su un percorso molto panoramico. In buone condizioni di visibilità, la vista spazia sul Golfo di Salerno e su quello di Napoli ed il Vesuvio, talvolta fino all’isola di Ischia. Verso sud fino al Parco Nazionale del Cilento, Alburni e Parte dei Monti Lattari, ovvero la Costiera Amalfitana. Volgendo lo sguardo ad Ovest a svettare è il Monte Partenio ed ai suoi piedi la città di Avellino.

Il Monte Terminio

Il Monte Terminio è un geosito che conserva bellezze geologiche, risorse idrogeologiche e paesaggi meravigliosi tra i più interessanti dell’Italia meridionale. Rocce carbonatiche, stratificate e fratturate, depositi detritici, alluvionali e vulcanici, sorgenti, versanti acclivi e pianori carsici, faglie, pieghe e inghiottitoi, fiumi e boschi rigogliosi rappresentano la grande geo-diversità dell’Appennino campano, un laboratorio naturale ed un osservatorio geologico per la ricerca sul campo. Numerose grotte e inghiottitoi costellano il territorio e innumerevoli sono le sorgenti ed i corsi d’acqua, che serpeggiano fra boschi incontaminati ed inaccessibili dirupi, gorgogliando limpidissimi verso valle e formando spettacolari cascate. Qui nascono e si sviluppano alcuni tra i più importanti e antichi acquedotti d’Europa (l’Acquedotto Campano, l’Acquedotto del Serino, l’Acquedotto Pugliese) che riforniscono molte regioni del sud Italia.

Il rinvenimento in quest’area di reperti archeologici testimoniano presenze umane sin dal Paleolitico. Diversi saggi di scavo, eseguiti nel fondovalle, hanno portato alla scoperta di punte in pietra lavorata, risalenti a 31.000 anni fa.  Alla prima Età del Ferro sono invece attribuibili i nuclei insediativi sparsi e le sepolture a fossa delle popolazioni che si stanziarono nell’Avellinese; si trattava di genti appartenenti alla stirpe umbro sabellica (Sanniti).

Flora e fauna

L’albero più diffuso è senz’altro il faggio (fagus sylvatica) che ricopre la maggior parte del territorio. Questo albero può raggiungere i trenta metri di altezza con un tronco che può superare il metro e mezzo di diametro. Il secondo posto, in ordine di diffusione, spetta al castagno (castanea sativa), albero che occupa un posto importante anche nell’economia della zona, famose le castagne di Montella. Quindi troviamo la quercia nelle sue molteplici varietà, [quercus ilex (elce o leccio), q. cerris (cerro), q. pubescens (roverella) etc. Vi sono poi il pino, albero maestoso delle conifere con la caratteristica chioma dilatata ad ombrello; l’abete bianco, il larice, il ginepro,  l’olmo montano (ulmus glabra),  l’acero, nelle diverse varietà e il tiglio (tilia cordata); si può ammirare anche un bosco autoctono di betulle (betula pubescens, b. pendula) ubicate sul pianoro del Laceno, e che sono un residuo dell’era glaciale.

Centinaia, se non migliaia, sono le varietà di fiori spontanei e di piante terricole, moltissime delle quali officinali, alcune delle quali molte rare se non uniche. (hypericum perforatum, atropa belladonna,  cicuta maggiore, lo stramonio, la valeriana, asparagus officinalis, etc.)

Nel campo micologico numerosissime sono le varietà di funghi presenti sul territorio, fra i quali citiamo solo i più noti: porcini “muniti”, ovoli “viruoli”, gallinacci “addruzzi”, ditole “addrinèddre”, russule delica “piescki”, mazze di tamburo “conocchie”, le cosiddette “aleche” e i pregiati tartufi neri, ma anche le velenosissime amanite fra cui la bellissima, quanto pericolosa, amanita muscaride.

Anche per quanto riguarda l’aspetto faunistico si riscontra la presenza di numerose specie animali di grande interesse.

Per quanto riguarda i mammiferi si possono incontrare diverse varietà fra cui il cinghiale, la volpe, la lepre, il riccio, lo scoiattolo, il ghiro, il criceto, la faina, la donnola, la martora, il tasso e, seppur raramente, il lupo (attualmente se ne contano circa 15 esemplari), il gatto selvatico e la lontra. Fra i volatili ricordiamo la rarissima aquila reale, il falco pellegrino, la poiana, il nibbio reale e il nibbio bruno, il gheppio, lo sparviero, il lanario, il raro astore, il picchio rosso e il picchio nero, la bellissima upupa, il cuculo e vari rapaci notturni come il gufo reale, la civetta capogrosso e il barbagianni.

Fra la fauna ittica, il Parco dei Monti Picentini, offre una sua varietà autoctona di trota fario, la salmo truta, presente solo nel massiccio dei Monti Picentini e, a differenza delle altre varietà, presenta la caratteristica pigmentazione di puntini rosso-arancio anche sulle pinne.  Nelle limpide acque dei rivi troviamo anche la presenza del granchio e del gambero d’acqua dolce.

2 luglio – Monte Terminio da Campolaspierto